Post
Topic
Board Italiano (Italian)
Re: La Grecia risponde al default con i Bitcoin?
by
jack0m
on 09/07/2015, 23:34:08 UTC
Quote

Non me la prendo con gli Argentini intesi come popolazione, che hanno come colpa fondamentale (per certi versi anche grave, ma su questo non possiamo certo essere noi a dar lezioni) quella di aver eletto al potere una delle classi politiche più inette, ladre, corrotte e criminali del sub-continente, che per di più si caratterizza dai tratti autoritari, intimidatori e repressivi verso ogni forma di opposizione, tipici del peronismo di peggior stampo.

Quando le condizioni del debito argentino sono diventate ingestibili (non certo per colpa di chi quei soldi li ha prestati, ma semmai per l'incapacità dei vari governi di utilizzarli per la crescita e il benessere della nazione), era ragionevole che si intavolassero delle negoziazioni con i creditori per ottenere una ristrutturazione, e gli obbligazionisti si sono infatti resi disponibili a rendere il debito sostenibile tramite un allungamento delle scadenze (entro certi limiti accettabili, non certo di 30 anni o più) e una significativa riduzione dei tassi d'interesse. La linea dell'Argentina fin dall'epoca del defunto Nestor Kirchner è stata invece quella di voler imporre unilateralmente un taglio di ben il 70% sul nominale, mantenendo un atteggiamento arrogante, intimidatorio e ricattatorio del genere "o accettate questo scambio, o non rivedrete più un centesimo".

Scaricare tutte le responsabilità sulle banche (che io non difendo di certo, essendo state complici dell'Argentina nella truffa), piuttosto che sui fondi "avvoltoi" è una facile scappatoia tipica della retorica populista, a cui purtroppo si sono prestati anche i media nostrani, dimostrando una fondamentale ignoranza su come siano andate effettivamente le cose prima e dopo il default. Una delle tipiche falsità che ancora circolano dopo quasi 14 anni è che il rischio di quei titoli fosse evidente per i presunti interessi stratosferici che offrivano. Peccato che il tasso medio dei Tango Bond acquistati da risparmiatori italiani verso la fine degli anni '90 (un epoca ben diversa da oggi, con tassi e livelli di inflazione elevati se li paragoniamo all'attuale deflazione) fosse intorno all'8,5%, quando per esempio un BTP italiano decennale emesso nel '96 dava il 9,5%, e persino i titoli del Tesoro USA superavano all'epoca il 5%.


Ma sai dipende sempre dalle alternative che hai quando voti: se devi scegliere tra merda e diarrea difficile poi pensare che il voto possa essere così determinante...La classe dirigente argentina è quella che è: na porcheria assoluta.

Si ma vedi l'Argentina non è che fosse tutta questa terra di solidità, tra fallimenti e iperinflazioni non era certo l'investimento circa-risk-free "vediamo di battere l'inflazione e portare qualcosina in più a casa" che di solito si consiglia all'investitore medio. Poi in quel caso l'Argentina si era peggata al dollaro e di conseguenza la sua CA si era andata deteriorando anno dopo anno, era dunque evidente per chi mastica questa roba che prima o poi ci sarebbe stata una grossa svalutazione o peggio.

Dialogo tipo tra promotore finanziario e vecchietta dubbiosa su come investire la sua pensione:
V: "Ma cosa significa che l'Argentina è un paese emergente? Ci si può fidare?"
P: "Ma signora, si tratta di titoli garantiti da uno stato sovrano! Un'azienda può anche fallire, ma uno stato... si è mai visto uno stato che fallisce? Più sicuri di così!"

Naturalmente la vecchietta ignora che l'Argentina ha avuto almeno otto default nella sua storia, anche se l'ultimo risaliva se non erro agli anni '50, o comunque a prima della dittatura. In ogni caso l'Argentina non è la Grecia, che fondamentalmente non ha niente al di là del turismo, ma è un paese ricco di risorse di ogni genere, e quindi pienamente in grado di far fronte ai propri debiti insoluti.

Ehhhh "A bad loan is the child of two parents: a bad borrower and a bad lender" (cit.). Vediamo di metterci in testa questa cosa, che sembra non essere compresa quasi da nessuno. Il moral hazard vale per entrambi. Il problema è che quando ci sono di mezzo degli stati non esiste un framework condiviso per gestire il default e cmq anche se ci fosse non si capisce chi dovrebbe essere l'enforcer nel caso qualcuno decida di non seguire tale framework. Diventa sempre difficile capire dunque chi si stia indebitamente avvantaggiando dalla ristrutturazione anche perchè spesso e volentieri i creditori hanno in mano i media.

Guarda per i rendimenti io ricordo (mi posso chiaramente sbagliare) di un 12,5 vs 5, dipende anche molto in che periodo sono stati sottoscritti, se li avevi presi nel 1993 un conto, nel 1999 un altro...

Non comprendo il nesso tra i fondi avvoltoio e i risparmiatori italiani. Mica sono stati loro a vendergli sta roba, no? E non è la prima volta che le banche italiane sbolognano la merda al povero italiano, vedi cirio/parmalat e amici belli.


enforcer? Beh per esempio l'adito giudice del tribunale sotto la cui giurisdizione i titoli sono stati emessi. Ed è per questo che gli holdout che hanno titoli sulla piazza di NY hanno intentato decine di class action contro l'Argentina, che è stata condannata in tutti i gradi di giudizio (con conferma definitiva della Corte Suprema USA) a risarcire chi non ha aderito volontariamente allo scambio. La sentenza che ha fatto scuola è quella del "pari passu", che vieta al debitore di pagare le cedole ai detentori dei nuovi titoli scambiati se non provvede contestualmente a pagare anche gli holdout che mantengono i vecchi titoli.
La banda di Kirchner & C. ha risposto con invettive contro i cosiddetti fondi "avvoltoi" (definiti tali per aver rastrellato i titoli a prezzi stracciati dopo il default), facendo finta di non sapere che a reclamare i propri risparmi erano per la maggior parte piccoli investitori retail, che li avevano acquistati prima e a prezzo pieno.

D'altra parte una delle differenze tra un paese civilizzato e una repubblica delle banane è che nel primo esistono tribunali in cui le leggi e i contratti vengono fatti rispettare, ed è appunto questa garanzia a trasmettere fiducia e ad attrarre gli investitori. L'Argentina sta evadendo da più di un anno una sentenza definitiva di un tribunale a cui si era volontariamente sottomessa, con comportamento da stato canaglia e con il risultato di essere nuovamente in default (pur di non pagare gli holdout, ha smesso di pagare le cedole sui nuovi titoli).

Ah, a chi si chiede perché uno stato sovrano debba rispondere a un tribunale straniero la risposta è semplice: per poter emettere i titoli su quella piazza l'Argentina ha liberamente sottoscritto regolari contratti con esplicite clausole di rinuncia all'immunità sovrana. Se non le stava bene non era obbligata a farlo, bastava emetterli a Buenos Aires, in Pesos anziché in Dollari. Poi ci sarebbe stato da ridere sugli interessi che avrebbe dovuto offrire per attrarre lì gli investitori internazionali: altro che usura!