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Re: MMT e Bitcoin! (?!?)
by
mendoza
on 14/12/2012, 08:19:11 UTC
Incuriosito dalla questione "semantica", qualche giorno addietro ho provato a fare una ricerca più approfondita sull'inflazione.
A quanto pare c'è una divergenza di opinioni sul significato del termine, tra la scuola austriaca e il resto del mondo. Ora, arrogarsi la paternità della definizione (da parte di chiunque) mi pare un po' esagerato, essendo "inflazione" una parola di etimologia latina che significa "rigonfiamento" o giù di li e quindi va bene sia per il "prezzo" dei beni sia per la massa monetaria. Non voglio dunque entrare nel merito della diatriba diciamo... "lessicale".
Quello che però preme di più ad una persona normale (e quello che intende il 90% delle persone) quando si parla di inflazione è il rialzo dei prezzi. L'aumento della massa monetaria (gestito secondo regole democratiche) in se non può essere considerato un problema se non è, appunto, collegato al rincaro dei beni (e su questo collegamento, sui suoi modi, c'è quantomeno una questione aperta). Proprio per questo la "fusione" dei significati in un unica parola mi puzza di propaganda.

In realtà da quello che ho scoperto io è che la definizione è stata modificata nel tempo. Storicamente in passato era quella intesa dalla scuola austriaca (non perché l'avessero inventato loro)... col passare del tempo e nell'interesse della propaganda statalista è stato modificato. Il meccanismo è spiegato molto bene in 1984 di orwell. (vedi "neolingua")

Mi spiace che tu non abbia più voglia di sostenere la discussione perchè mi sembrava molto stimolante. Generalmente quando si parla di economia lo si fa sempre per riferimenti a totem culturali, senza poter entrare nel merito delle questioni e analizzarle logicamente, soprattutto tra persone non esperte. Questo è un grosso problema, visto che dovremmo tutti sforzarci di ragionare e non delegare a nessuno la propria comprensione della realtà (non mi riferisco a te, è un discorso generale).

Però, se hai voglia di rispondermi un'ultima volta, mi è rimasta una curiosità: cosa ti fa pensare che gli economisti di cui parli siano "boicottati dal sistema"?

Probabilmente c'è qualcosa che ignoro ma a quanto ne so io i Chicago Boys han fatto la politica economica di tutto il centro-sudamerica negli ultimi 30 anni, gente che viene da quell'orientamento ha gestito la transizione alla democrazia di tutti gli ex-satelliti urss, la stessa unione europea è stata edificata come santuario dell'iperliberismo e, ciliegina sulla torta, il caro Mario Monti (http://www3.varesenews.it/lombardia/articolo.php?id=30993) è stato premiato dalla "Hayek Foundation" di Friburgo, succedendo a Margaret Thatcher tra gli altri...

Ecco il malinteso... i chicago boys non fanno parte della scuola austriaca.... infatti si parla di scuola di chicago

http://vonmises.it/2012/05/22/la-scuola-austriaca-e-la-scuola-di-chicago/

Nessuno stato seguirebbe le tesi della scuola austriaca perché vanno contro gli interessi dell'apparato statale.

PS: per ricollegarmi a qualche post addietro, è vero che l'UE è piena di regole, ma solo per le piccole imprese. Le multinazionali hanno libertà assoluta (mentre noi abbiamo le quote latte e le arance siciliane vanno al macero, l'Italia è ancora multata per aver messo il veto sulla carne americana agli ormoni) e grazie alla dislocazione internazionale delle sedi imposizione fiscale praticamente ridicola.

Secondo me sbagli: anche le grandi multinazionali hanno a che fare con una foresta di leggi, ma il loro potere economico gli permette di volgerle a proprio favore corrompendo o semplicemente raggirando gli stupidi burocrati.  Anzi quella foresta di leggi gli permette di ostacolare la concorrenza, ponendo barriere d'ingresso formidabili.
Altro che libero mercato.
Il fatto di essere multinazionali gli dà il vantaggio di poter abbattere la propria spesa fiscale, ma le cose stanno cambiando.
Stanno cominciando ad abbandonare l'Irlanda (dove hanno sede per poter vendere in europa e pagare meno tasse) proprio per la crescente ostilità degli altri paesi europei (in particolare Francia, Germania e Gran Bretagna) che evidentemente non amano molto la concorrenza fiscale.
Così il progetto della unione delle repubbliche socialiste europee può proseguire: aumentiamo le barriere per tenere lontano la concorrenza "straniera" e buttiamo al cesso le lezioni di Bastiat.
Tutto a vantaggio dei consumatori e del popolo, ovviamente.