Direi quindi che, almeno in Italia, il quadro è chiaro, il BITCOIN ( per estensione le alte criptovalute con medesima tecnologia ) si comporta fiscalmente come un'altra qualsiasi valuta estera tradizionale.
E quando si crea "magicamente" una valuta estera ad oggi cosa si deve fare?

1. Intendi minare valuta ?
Se "trovo" un BITCOIN, trovato o comprato, ho un valore di ~ 15.000;
ovvero il valore di quando l'ho trovato.
Se domani lo rivendo mentre la quotazione è di ~ 20.000;
per differenza...
ad ogni modo sotto la soglia ~ 51.000 detenuti per 7 giorni; è no tax area.
2. O intendi una nuova criptovaluta ?
Io direi questo: si partirà da un valore 0 o da un valore superiore, se riconosciuto da qualcuno.
In ogni caso se io creo una valuta in quell'istante non ha nessun valore, dal momento che qualcuno l'acquista o un intermediario inizia a collocarla, in quell'istante si sarà creato il primo valore.
Paolocoin, 0; lo compri a 0,01 nel tempo la quotazione diventa 100;
lo vendi e realizzi... paghi il 26% su 99,99%.
Per quanto riguarda le quotazioni e il tasso di cambio, bisogna sottolineare una cosa,
la circolare dell'Agenzia delle Entrate è stata diramata, prima che venisse collocato il future che è roba di pochi giorni; direi quindi che è un elemento ulteriore di riferimento per evitare tassi di cambio... "casalinghi"... va beh... su come valutare un BITCOIN, lo sapete meglio di me.
In ogni caso, per importi piccoli credo che nessuno vada a bussare alla porta di nessuno...
di certo, se sono fra i primi che ha creduto nel BITCOIN, sono uno di quelli che si è comprato la casa in BITCOIN... beh... allora qualche domanda dall'amministrazione pubblica verrà fatta.