Mi spiego meglio. Il fatto che la cripto rimanga cripto secondo me non vuol dire che non possa generare plusvalenza. Ricordiamo la premessa dell'agenzia delle entrate: le criptovalute sono assimilate alle valute estere. La plusvalenza si ha quando le valute vengono PRELEVATE dal wallet. Si parla di prelevamento non di conversione in valuta fiat. Prelevamento è anche lo scambio con altra criptovaluta. Facciamo l'esempio delle valute estere. Se io compro 100.000 dollari usando euro e poi rivendo i 100.000 $ contro sterline ottenendo un guadagno, devo calcolare il "valore fiscale" in euro di quella vendita per determinare la plusvalenza fiscale. Il valore fiscale può anche essere diverso dal "valore reale" della plusvalenza perché nella realtà il cambio delle sterline in euro ancora non c'è stato. Lo stesso criterio a mio parere si deve applicare alle transazioni in criptovalute altrimenti non avrebbe senso assimilarle alle valute estere. Chiaramente è una mia interpretazione che andrebbe confermata o smentita dall'Agenzia. Sul problema di dichiarare il wallet nell'RW chi mi parla di Ledger non sa cos'è l'RW. Nell'RW si dichiarano le attività ESTERE. Chi ha un wallet fisico nel cassetto di casa già si può escludere dalla discussione. Lo stesso vale per chi nella finanza tradizionale ha i conti correnti in Italia o i soldi sotto al mattone in cantina; non devono essere indicati nel quadro RW. Se però ho un wallet web o un wallet su smartphone potrei essere obbligato a dichiararli nel quadro RW e se non lo faccio sono inadempiente e sanzionabile. Poi posso essere d'accordo che non è facile scoprirlo. Ancora una volta l'Agenzia dovrebbe chiarire come individuare il paese estero e come comportarsi con i vari tipi di wallet.