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Re: La Grecia risponde al default con i Bitcoin?
by
jack0m
on 03/10/2018, 13:24:43 UTC
Infine una nota sul motivo per cui non mi auguro una bancarotta italiana: lasciando stare il Venezuela (poveretti....), porto un altro facile esempio di stato in agonia, l'Argentina. Quanti sanno che là è normale comperare biancheria intima a rate ?
Vogliamo davvero fare quella fine ?  io no......   (cripto o non cripto)
In quelle condizioni ci arriveremo probabilmente se lo stato italico NON crolla al più presto. Fortunatamente ci sono ancora cervelli e attività produttive attive sul territorio (siamo incredibilmente ancora la seconda potenza manifatturiera dopo la Germania, in Europa). Tra 20 ci saranno solo, a vagare tra cenere e macerie, vecchi nullatenenti e risorse boldriniane. Meglio una sonora botta ora, con la prospettiva e le capacità per ripartire col piede giusto, che l'alternativa venezuelana/greca.

Non ci faranno fare il botto, non possiamo permettercelo né noi né l'UE.
Piuttosto metteranno mano ai ns. conti e depositi titoli, tanto ormai è tutto digitalizzato!
Ci sono oltre 4.300 mld € che aspettano solo che qualcuno dica "abbiamo dovuto farlo per salvarci"   Grin

https://www.money.it/Le-famiglie-italiane-risparmio-4300-miliardi

Scusa l'ironia, so che è un tema sul quale non ridere ma il mio messaggio è questo: non ci faranno fare bancarotta, piuttosto faranno un'azione di forza.


fai bene a mettere in guardia da certi sinistri auspici citando l'Argentina. Quando quell'infame 23 dicembre 2001 Rodríguez Saá annunciò il default davanti al Congresso, mettendo in atto il piano criminale di truffare milioni di risparmiatori di tutto il mondo che detenevano bond di quel paese, la dichiarazione fu accolta con applausi e grida di esultanza ed euforia, la stessa euforia idiota e irresponsabile di chi balla al suono dell'orchestra mentre il Titanic si va a schiantare contro l'iceberg.

La conseguenza immediata fu la miseria più totale: milioni di cittadini, anche appartenenti a una classe media che fino a quel momento non se la passava benissimo ma aveva almeno una casa, qualche risparmio e un lavoro con cui campare, improvvisamente persero tutto, e per le strade si affollava gente disperata che per sopravvivere raccattava cartoni e altri rifiuti da riciclare (cartoneros):



A distanza di quasi 17 anni, l'economia argentina non è ancora riuscita a risollevarsi da quel disastro, tanto che l'attuale presidente Macri ha dovuto appellarsi al FMI ottenendo di recente la concessione di un mega prestito di 57,1 miliardi di dollari (oltre la metà della cifra in default all'epoca e superiore al 10% dell'attuale PIL), che ovviamente non saranno dati in regalo, ma avranno come contropartita un nuovo piano lacrime e sangue che metterà ancora più in ginocchio la popolazione, già deprivata di tutto.

Il fatto che personalmente non approvi le politiche di questo governo, che alimenta il suo populismo con l'aumento della spesa pubblica, anziché comportarsi responsabilmente impegnandosi a mettere i conti in ordine (peraltro non molto diversamente da tutti quelli che l'hanno preceduto negli ultimi 20 anni almeno), non significa che sia così pazzo da pensare che la soluzione sia il default del debito pubblico. Fra l'altro andrebbe sottolineato che la percentuale di debito in mano a creditori esteri è in continua diminuzione (proprio per la sempre minor fiducia che suscita all'estero questo Paese). La maggior parte del debito pubblico italiano è domestico, cioè in ultima analisi detenuto da banche e risparmiatori italiani.

Altro particolare non da poco: a livello europeo, dopo la crisi e conseguente default della Grecia, si sono prese opportune contromisure per evitare che in futuro si ripetano casi del genere. Nello specifico, con l'introduzione delle clausole CAC (http://www.mef.gov.it/ufficio-stampa/comunicati/2012/comunicato_0188.html), i titoli di uno Stato sovrano possono essere oggetto di ristrutturazione (che può significare tutto dall'haircut sul nominale all'allungamento delle scadenze di 30, 40, 50 anni...), purché approvata dai possessori di almeno 2/3 dell'ammontare nominale. E per il punto detto sopra, poiché la maggior parte del debito è in mano alle banche, che hanno tutto l'interesse a non far fallire lo Stato, perché fallirebbero anch'esse a catena, e aggiungendo che la vita di una banca non ha la durata di una vita umana, per cui una scadenza prolungata di 30 anni gli fa un baffo, ecc. ecc., non è così difficile ottenere quella % di adesione.

In pratica le possibilità che lo Stato vada veramente in default restano piuttosto remote, non invece quelle di una ristrutturazione anche parziale del debito, che sarebbe meglio assorbibile dai mercati, mentre come al solito a prenderlo nel deretano sarebbero i comuni cittadini. E personalmente non ho alcuna intenzione di stare a guardare mentre gente incompetente e irresponsabile fa di tutto per mandare in fumo la ricchezza creata da tanti onesti cittadini, con anni di lavoro, risparmio e sacrifici.