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Re: La Grecia risponde al default con i Bitcoin?
by
jack0m
on 08/10/2018, 21:30:05 UTC

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È contraddittorio parlare di risparmio e poi invocare il default, per il semplice motivo che il default cancellerebbe qualunque risparmio accumulato in precedenza
Ma non è vero. Il capitale delle famiglie e delle imprese è solo in piccola parte in euro (comunque troppo). Case, impianti, "know how", ecc. son tutte cose che il default non cancellerà. Una ricostruzione post-bellica è cosa ben peggiore di un default (massacro di giovani menti, distruzione di immobili, ecc.), eppure un tempo non tanto lontano, in questa triste Europa, ci si risollevava anche da questi orrori.

Non serve che sia in euro liquidi, le cose in sé non verrebbero cancellate ma ad azzerarsi sarebbe inevitabilmente il loro valore commerciale. Anche se le pareti di casa tua restano in piedi (sempre ammesso che lo shock non sia tale da scatenare una guerra civile, e allora il crollo non sarebbe solo in senso figurato), il loro valore di mercato crollerebbe per un effetto domino, simile a quello già visto ad esempio negli USA all'epoca della crisi sub-prime, ma tutto amplificato all'ennesima potenza. Le banche in crisi di liquidità chiuderebbero i rubinetti del credito, alle imprese sarebbe chiesto di rientrare e si verificherebbero fallimenti a catena. Milioni di nuovi disoccupati non potrebbero a loro volta ripagare i loro mutui, perderebbero le case che finirebbero all'asta invendute determinando un eccesso di offerta, che ne farebbe crollare le quotazioni, ecc. E questo ovviamente non varrebbe solo per il mercato immobiliare, ma qualunque forma di investimento, dall'obbligazionario all'azionario, sarebbe inevitabilmente trascinato verso il basso in questo circolo vizioso di fallimenti a catena. Si salverebbero solo gli strumenti più speculativi, che avevano scommesso contro (es. CDS).

Altro piccolo (si fa per dire) dettaglio: l'Europa non si sarebbe risollevata così in fretta dalla II Guerra Mondiale senza un Piano Marshall, che non fu certo un programma di beneficenza, ma che ci costò in un modo o nell'altro una cessione parziale di sovranità una volta entrati nell'orbita degli USA. Non che mi lamenti più di tanto, sia chiaro, visto che l'alternativa sarebbe stata diventare un satellite dell'URSS...

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Io non ho alcuna intenzione di lasciar mettere le mani su quanto ho messo da parte in anni di duro lavoro e di risparmio
Sai come fare: non dipendi da altri, la soluzione ce l'hai fra le mani. Se mi lascerò rapinare me la prenderò innanzitutto con me stesso, e così secondo me dovrebbe essere per tutti.

Questa inversione della colpa, che a volte si sente ripetere quando si viene a sapere di qualche nuovo scam, l'ho sempre trovata inaccettabile e criminogena: quando ci sono un truffatore e un truffato, o un rapinatore e un rapinato, la colpa è sempre del primo, non di chi si è fatto truffare/rapinare, che rimane la vera vittima. E che ha tutte le ragioni per pretendere che venga fatta giustizia.


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L'unico modo per contenere il rischio è la diversificazione: investire tutto in un'unica categoria di asset è semplicemente folle.
Sono assolutamente d'accordo. Aggiungo: limitare il più possibile l'esposizione nei confronti di tutto ciò che è prossimo a stato italiano e banche italiane lo considero vitale.


il problema, come già scritto sopra, è che non è possibile scindere le banche dal tessuto economico produttivo, visto che le imprese ad oggi hanno ancora bisogno delle banche per ottenere finanziamenti. Per cui se queste ultime falliscono in massa, il crollo si ripercuote a cascata sulle imprese che da queste dipendono. Certo, noi possiamo sognare un mondo in cui non sarà più così, dove i risparmiatori potranno decidere direttamente chi finanziare su blockchain, senza bisogno di banche e intermediari, ma purtroppo il mondo reale non funziona (ancora) così