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Re: BITCOIN PUMP!
by
Plutosky
on 09/02/2019, 20:31:43 UTC
Bellissima analisi di Matt Ahlborg (https://twitter.com/MattAhlborg) sui dati di LocalBitcoin (LB) e sulla particolare natura degli scambi che vi avvengono, completamente diversa da quella degli exchange centralizzati (CEX).

Innanzitutto, LB, nonostante la sua natura parzialmente decentralizzata, è un exch. di tutto rispetto con un volume di 440.000 btc scambiati per l’anno 2018.

Sebbene questo volume sia poca cosa rispetto a quello di alcuni CEX, esso è MOLTO più reale ed autentico perché :

1.   Non è sottoposto a manipolazione da parte dei gestori del CEX
2.   Non beneficia di leve o margin trading
3.   Non ha un prezzo di mercato, essendo LB una semplice piattaforma di scambio che non funge da clearing house
4.   Gli scambi avvengono solo con fiat, non ci sono tether o altre stablecoin che possono gonfiare i volumi
5.   Il prezzo di scambio medio su LB è sistematicamente superiore a quello dei CEX, quindi chi compra lì deve sostenere pure un costo maggiore.

Inoltre è una piattaforma completamente inadatta al day trading, quindi i volumi sono creati da parte di soggetti che sono disposti a “tenere” btc per un certo periodo e non da speculatori “mordi e fuggi”.

Se depuriamo gli exchange dei volumi gonfiati dagli artifici del trading e se guardiamo ai volumi solo di chi acquista bitcoin in modo consapevole e non come una specie di CFD per arricchirsi velocemente in fiat, possiamo affermare che LB è il più grande exchange di bitcoin al mondo.

Un primo segnale che si tratta di un exch particolare è che tra le dieci valute fiat più scambiate nel 2018 ci sono il bolivar venezuelano, il rublo (che è primo), la naira nigeriana e il peso colombiano.


Addirittura se guardiamo al grafico dei volumi per area geografica



Scopriamo che ci sono tre aree del mondo (Il Sud America, l’Est Europa e l’Africa Subsahariana) dove i volumi non hanno risentito proprio, o hanno risentito meno che altrove, dello scoppio della bolla del 2017.

In queste aree del mondo cioè non si è comprato (e non si sta comprando) per euforia, ma per altre ragioni.

Ahlberg, per confrontare volumi di aree così diverse del mondo, costruisce anche un indice in cui rapporta i dati dei volumi alla percentuale di popolazione che dispone di accesso ad Internet e al potere di acquisto pro capite.

Ne viene fuori che le aree di maggiore “penetrazione“ di bitcoin su LB sono la Russia (e in genere gli stati dell’ex URSS) , l’Africa ( Ghana, Nigeria, Kenya, Tanzania,Sud Africa...) e il Sud America (Venezuela, Colombia e Peru)



Inoltre se confrontiamo il ranking di questo indice con quello che misura il grado di libertà economica (https://it.wikipedia.org/wiki/Indice_della_libert%C3%A0_economica https://www.heritage.org/index/) si nota un’evidente correlazione: i Paesi con minore grado di libertà economica tendono ad essere anche quelli con più alto livello di penetrazione (relativa) nei volumi btc



Infine un dato ancora più impressionante: nel 4° trimestre 2018, in pieno cryptowinter, con l’interesse dei mass media verso bitcoin ai minimi termini e in un clima generale di sfiducia e rassegnazione, ben 23 paesi hanno avuto il loro miglior trimestre di sempre su LB in termini di volumi. Sono quasi tutti paesi in via di sviluppo:



Il volume del solo Venezuela tre anni fa era l’1% di quello che è adesso

Link alla fonte: https://medium.com/@mattahlborg/nuanced-analysis-of-localbitcoins-data-suggests-bitcoin-is-working-as-satoshi-intended-d8b04d3ac7b2