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Re: in arrivo i computer quantici
by
jack0m
on 16/02/2020, 18:57:07 UTC
⭐ Merited by fillippone (2)
direi che questa risposta dice tutto:

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First, the devices currently being built by Google, IBM, and others have 50-100 qubits and no error-correction. Running Shor’s algorithm to break the RSA cryptosystem would require several thousand logical qubits. With known error-correction methods, that could easily translate into millions of physical qubits, and those probably of a higher quality than any that exist today. I don’t think anyone is close to that, and we have no idea how long it will take.

E con questo si può concludere che siamo ancora ben lontani da qualunque applicazione pratica.

Ci sono diverse previsioni che però parlano di 10 anni, massimo 15, non 30 o chissà quanti. E pare che la crittografia basta sulle curve ellittiche sia particolarmente fragile rispetto all'algoritmo di Shor (potrebbe essere proprio una delle prime a cadere).

Che gli output di bitcoin (anche quelli P2PKH) non siano sicuri contro i computer quantici lo dice anche Wuille:

https://www.cryptoglobe.com/latest/2019/05/dr-pieter-wuille-current-bitcoin-protocol-is-not-quantum-secure/

Direi che per una tecnologia (Bitcoin) che vorrebbe rappresentare la sicurezza e il mantenimento nel tempo del valore, questi computer quantici rappresentano una bella spada di Damocle. Di fatto si sa già che la sicurezza dei nostri btc sarà garantita solo per un numero di anni (10 - 15 - 20?) abbastanza limitato e poi bisognerà cambiare sistema di assicurazione dei bitcoin.
E inoltre ci sarà la questione della gestione della massa di btc abbandonati che verrebbero reimmessi in circolazione una volta craccato il vecchio sistema. Non saranno tempi facili per il valore del bitcoin.


E chi le fa quelle previsioni? Ricordo che intorno al 2000 c'era chi prospettava che il primo uomo sarebbe sbarcato su Marte entro 15-20 anni al massimo. O che entro il 2030 avremmo avuto centrali a fusione nucleare funzionanti e produttive. E no, fra 10 anni saremo ancora ben lontani da impianti a fusione sfruttabili commercialmente.

Quello che afferma Wuille è corretto in linea teorica, ma sulle previsioni su quando potrà portare ad applicazioni pratiche tendo a fidarmi di più di chi fa ricerca in quel campo specifico. Sia chiaro, questo non significa che sia sbagliato porsi il problema di quando - prima o poi - dovremo aggiornare e rendere quantum resistant i sistemi ad oggi in uso per proteggere la riservatezza e l'integrità dei dati trasmessi in rete, che a livello globale hanno un valore enormemente superiore a quello di tutti i bitcoin in circolazione.
Ma mi pare che ci sia tempo sufficiente per affrontare razionalmente il problema, senza certi allarmismi ingiustificati.