Comoda tabellina del tasso di mortalità:
Region Positives Death P/D
China 80652 3070 3.81%
Italy 7375 366 4.96%
Germany 799 0 0
Spain 500 10 0.02%
US 2584 16 0.62%
UK 206 2 0.97%
Quali sono le particolarità dei paesi in questione?
Alcune differenze hanno spiegazioni logiche, altre no.
Ad esempio la differenza di mortalità tra Italia e Corea del Sud (a fronte di un numero di casi simili) si può spiegare con la maggiore età media italiana, la minore disponibilità ad accogliere regole di comportamento delle autorità da parte dei ns connazionali e forse con la migliore qualità del servizio sanitario coreano (soprattutto in termini di posti letto per abitante).
Altre differenze invece si spiegano solo con una differente e meno accurata raccolta dei dati.
A me ad esempio sembra impossibile che in un Paese come l'India ci siano casi limitati da mesi (43 in totale) e che non aumentino esponenzialmente.
Uno Paese con enorme e diffusa povertà, 1.2 miliardi di persone con la più alta densità abitativa del mondo e che, diciamo così, non è famoso per igiene e pulizia soprattutto nei quartieri poveri delle megalopoli.
Solo 43 casi, fermi lì da mesi o quasi??
scusate il doppio post, ma volevo approfondire a parte la questione della apparentemente inspiegabile differenza nel tasso di mortalità rispetto ad altri paesi come la Germania.
Sicuramente alcune delle ipotesi indicate in precedenza possono spiegare almeno in parte queste differenze: diversità di criteri di attribuzione delle cause del decesso in caso di comorbilità, maggior numero di tamponi eseguiti in Italia, o perfino i livelli record di inquinamento in Val Padana - fattore tutt'altro che trascurabile, come risulta da diversi studi recenti:
https://www.linkiesta.it/it/article/2019/03/22/oms-inquinamento-pm10-morti/41508/. Ovviamente un virus che provoca polmonite non può che accentuare un fenomeno del genere.
C'è però anche una differenza che riguarda i diversi numeri assoluti in gioco: nei paesi in cui l'epidemia è partita più in ritardo, il numero di contagi si trova ancora nella fase iniziale della curva, per cui il loro sistema sanitario è in grado di gestire i pochi casi più gravi senza particolari criticità. Da noi invece si è arrivati ad un numero di casi tale da mettere sotto stress gli addetti e le strutture sanitarie esistenti, saturando le risorse disponibili per gestire i pazienti che necessitano di terapia intensiva.
Detto in termini molto crudi: se non ci sono risorse sufficienti a curare tutti, i medici sono costretti a decidere chi salvare, come in uno scenario di guerra:
https://www.huffingtonpost.it/entry/coronavirus-il-medico-di-bergamo-costretti-a-decidere-chi-salvare-come-in-guerra_it_5e65f614c5b6055728077beehttps://www.quotidianosanita.it/scienza-e-farmaci/articolo.php?articolo_id=82247La conseguenza è abbastanza ovvia: chi avrebbe potuto sopravvivere con le cure intensive del caso, non ricevendole è destinato ad aumentare la conta dei decessi, facendo salire la relativa percentuale.