Diciamo che la diffusione del virus ha la forma di una
curva logistica.
In lombardia abbiamo già passato il punto di flesso apparentemente, ovvero il punto nel quale la derivata seconda della curva inizia a scendere ("la crescita della crescita" scende).
Il punto è che nelele altre regioni (con una popolazione molto maggiore) siamo circa 7 giorni indietro... quindi questo punto deve essere ancora raggiunto, inoltre mentre in Lombardia si è stati molto "attenti" alle misure anticontagio,. non so come ci si sia comportati nel resto d'italia.
Inoltre lo sappiamo, il sistema santitario nazionale... non è nazionale. Tra un ospedalle calabrese ed uno lombardo non credo che nessuno abbia dubbi in uqale volersi fare ricoverare. Questo significa che il medesimo numero di casi, anche in proporzione lla popolazione, può avere impatti molto diversi sulle struttutre sanitarie.
magari... in Lombardia si è ancora ben lontani dal flesso, i dati che vengono diffusi vanno presi con le molle, anzi possono essere completamente fuorvianti, visto che ormai si è capito che i casi accertati sono solo la punta dell'iceberg, e ci sono ricerche che dimostrano che fino all'80% dei contagi avviene da portatori asintomatici.
https://www.corriere.it/salute/malattie_infettive/20_marzo_17/coronavirus-per-ogni-caso-positivo-ce-ne-sono-5-10-non-tracciati-293ce25a-6845-11ea-9725-c592292e4a85.shtmlI casi reali sono probabilmente un ordine di grandezza in più di quelli accertati. Milano è una polveriera pronta ad esplodere, come già ha lasciato intendere il virologo Massimo Galli, responsabile del dipartimento di Malattie infettive dellospedale Sacco. Ci sono pazienti con polmonite e febbre a 39 lasciati a casa, perché in ospedale non c'è più posto, molti non conteggiati neanche perché non gli viene fatto il tampone, anche se le evidenze sono quelle di contagio da Covid-19.
I politici sono abituati a diffondere messaggi ottimistici per rassicurare la popolazione, e cercano di far vedere un miglioramento dove non c'è. Credo che questo sia molto pericoloso in questa situazione, perché un falso senso di sicurezza provoca comportamenti più leggeri e irresponsabili. Alla fine si rischia che arrivi il momento in cui è più utile il terrore di questa falsa sicurezza. Terrore non solo per la propria vita, ma anche di quella dei propri cari: abbiamo tutti genitori o nonni anziani, e comunque nessuno può ritenersi immune. Perché nel momento in cui non ci sarà più posto in terapia intensiva, anche chi avrebbe potuto salvarsi non potrà ricevere le cure necessarie.