Mi pare che il senso del lockdown fosse abbastanza chiaro fin dall'inizio: distribuire la curva dei contagi su una campana più bassa ed estesa ("flatten the curve"), perché ci si era resi conto che senza intervenire il picco avrebbe avuto un andamento esponenziale, portando ad una rapida saturazione del sistema sanitario, che avrebbe impedito ai contagiati di accedere alle cure necessarie. Come è infatti puntualmente accaduto nelle zone più colpite, ad es. nella bergamasca, dove molti sono stati lasciati morire nelle loro case per mancanza di posti negli ospedali, e alla fine non hanno neanche avuto il tampone, per cui non figurano nelle statistiche ufficiali.
Con il lockdown non si sono forse impedite le morti che sarebbero avvenute ugualmente in presenza di gravi patologie plurime pregresse (anche se nessuno può sapere di quanto in concreto si è ridotta l'aspettativa di vita), ma di certo si sono salvate migliaia di vite nei casi in cui l'accesso alle cure intensive e alle terapie disponibili ha permesso di risolvere un 10% di casi più gravi. Se tutti questi casi si fossero presentati di botto, probabilmente le vittime sarebbero state di almeno un ordine di grandezza superiori a quelle registrate finora. Per cui mi pare assurdo e incosciente negare che il lockdown sia stato fondamentale nel gestire la fase più critica.