In merito ai mixer sono d'accordo con Medri, utilizzarli può rendere molto più difficile dimostrare l'origine legittima dei coin, e quindi più difficile bancare.
Sempre Medri però, in altro video (mi sembra di un anno fa o giù di lì) diceva che riteneva corretto poter mixare come presidio di privacy. Faceva il solito esempio che si legge spesso anche qui o su TG circa l'utilizzo di https per i siti web. Anni fa chi usava https veniva ritenuto uno che aveva qualcosa da nascondere, oggi invece se non lo usi ti prendono per un principiante, che non sa nulla di informatica, e che non è attendo ad alcun problema di sicurezza.
Un cambio di prospettiva totale.
Con i mixer sarà lo stesso: quando sarà la maggioranza ad usarli (si spera con l'attivazione di taproot + schnorr), le tx mixate saranno la normalità e saranno le altre a sembrare "strane".
Ci vorrà tempo però, e questo lo diceva anche Medri giustificando quindi il loro attuale monitoraggio.
p.s. bello il termine "bancare", prima volta che lo sento.....

Nnell'ultima intervista
https://www.youtube.com/watch?v=UfLTbH4Xm-k Andrea Medri dal minuto 55:25 circa fornisce dettagli interessantissimi.
Medri dice molto chiaramente che The Rock Trading "vede tutto", viene effettuata chain analysis (come fanno tutti gli exchange) ed in merito ai bitcoin mixati specifica che non hanno a priori dei divieti ad accettarle.
Alle transazioni viene attribuito un grado di allerta in base alla gravità delle situazioni, questi allarmi portano ad una valutazione attuata da degli analisti.
In particolare trovo interessante il monitoraggio degli exchange ad alto rischio (sede offshore/kyc non adeguato), l'attività posta in essere da TRT per evitare di trasformarsi in un mixer ed il fatto che vengano fatte delle valutazioni per capire se il mixing è dovuto ad una tutela della privacy o attività finalizzata a nascondere qualcosa di illecito.
In ogni caso l'allerta rimane!
Attività di monitoraggio di questo tipo non sono certamente una sorpresa, ma è utile sentirselo dire apertamente.
Qui poi si aprono una serie di questioni e dubbi:
- TRT vede tutto, ma con che "grado di certezza"? Ricordo il trattato sulla privacy di Zucco.
- Analisi exchange offshore/nokyc, potrebbero nascere in futuro dei problemi per chi ha utilizzato/utilizza queste modalità. Il discorso dilaga ulteriormente se si introduce il concetto di DEX.
- Rassicurante che il mixing, attualmente, è consentito per tutela alla privacy e non viene precluso a prescindere. Meno rassicurante ovviamente l'attività di chain analysis che viene fatta, capisco l'esigenza di individuare le attività illecite, ma per molti questo è un problema che bitcoin dovrà risolvere. A ciò si aggiunge tutta la questione nuovi sviluppi, Schnorr/taproot. Cosa farà il regolatore?
Consiglio la visione completa, ci sono vari dettagli interessanti.
Tutto già visto e risaputo comunque. Pensavi che il governo federale usa facesse beneficenza finanziando in più tranche Chainalysis & co.? Nei limiti del possibile cercano di governare la complessità reale del mondo transazioni bitcoin: senza standardizzazione i vari TRT non potrebbero operare. TRT ha un interesse a non essere identificato nell'alveo degli exchange opachi e quindi implementa determinati strumenti (che ricordate sono un bel costo da sostenere in termini di persone, licenze ecc.)