Post
Topic
Board Italiano (Italian)
Re: Fisco / Tasse / Legge sul Bitcoin
by
Plutosky
on 26/04/2021, 17:10:50 UTC
perché se le cose fossero chiare non avrebbe molto senso la frase che ho evidenziato qui poiché ricadrebbe nell'ambito della discrezionalità, che non può esserci in presenza di una prescrizione di legge.
La frase evidenziata è legata al margine d'incertezza che nasce oggi dal rapporto tra fisco e cripto: proprio perché è incerto (imho) uno si fa la domanda che hai scritto, se invece ci fosse una norma chiara difficilmente uno si farebbe quella domanda perché saprebbe che in caso di controlli sarebbero guai.
Invece proprio data l'incertezza di fondo uno si dice: va beh tutto sommato le cose non sono del tutto chiare..... e allora io dichiaro solo la parte che voglio spendere eccetera eccetera.
Ma perché uno deve avere dubbi di questo tipo ? per pagare le tasse.... mi sembra assurdo!

Aggiungo che questo "eterno" dilemma riguarda poi solo quelli che sono nella classica terra di mezzo, cioè che hanno importi in cripto né bassi né alti. Infatti:
- per chi dovesse avere importi bassi la domanda non si porrebbe perché restando sotto i 15k non dovresti nemmeno dichiarare
- per quelli con importo alto... beh lì ti paghi un consulente con i fiocchi che per quanto ti faccia pagare non ti costerà mai quanto il 26% dello stato (parlando ovviamente di cifre alte)

Invece chi è nella terra di mezzo.... che so 10 Btc, non ti cambiano la vita no ? e a quel punto che fai ?  ecco sei nella classica situazione in cui non sai che fare.

Fare quel che suggerivi (forse era solo un esempio?) cioè dichiarare solo i Btc che vuoi spendere lo puoi decidere e declinare in molti modi: per cifre basse non dichiari nulla, per cifro di qualche Btc (per estinguere il mutuo) dichiari e paghi il 26%. Ma..... già se arrivi a fare quella scelta (dichiarare solo quel che spendi) è perché decidi di dichiarare solo una parte (ma non dovresti!) perciò qui siamo al punto. Perché devo ricorrere a "dichiarare il falso" ?

Facevo l'esempio di uno che vuole spendere una parte del proprio capitale e conservare nel lungo periodo la maggior parte.

Mettiamola cosi: le cose sono complicate (o non chiare) fin quando cerchiamo (anche giustamente) degli escamotages o delle soluzioni legali per pagare meno o addirittura per non pagare nulla.

In questo caso, visto che mancano norme specifiche, mancano dei precedenti e mancano (di conseguenza) degli esperti veri del settore, entriamo nel campo delle ipotesi e quindi dei rischi.

Ma se uno non vuole rischiare nulla e vuole tutelarsi al 100%, la strada esiste ed è chiarissima: basta fare esattamente quello che dice l'Agenzia delle Entrate.

Cioè: 1)dichiarare nel quadro RW tutto quello che si possiede 2)Pagare il 26% di tasse sulle plusvalenze (se si possiede >51k€)

Se uno segue come il vangelo questi due punti, NON RISCHIA, da un punto di vista fiscale, ASSOLUTAMENTE NULLA.

Seguire questi due punti non è nemmeno difficile a livello interpretativo perchè esiste tutto lo "storico" relativo alle valute estere (es. con che metodi si calcolano le plusvalenze, a quale prezzo vanno iscritte....)

Esiste semmai un rischio di accertamento per riciclaggio nei confronti di colui che NON è in grado di portare ALCUNA PROVA sull'origine degli acquisti, come se i bitcoin gli fossero caduti in testa dal cielo. Ma siamo in un altro ambito (penale), molto diverso  e molto marginale, a mio modo di vedere, rispetto al 90% dei possessori di criptovalute.

Poi possiamo disquisire all'infinito che le criptovalute non possono essere equiparate alle valute estere, che l'AdE è in contrasto con la norma o che un bitcoin è immateriale e non ha ubicazione geografica. Tutto vero, tutto giusto: ma siamo in un campo filosofico che non aiuta chi deve compilare un 730 e deve decidere cosa scriverci.