Beh, per fare transitare 50k su un canale LN, direi che bitcoin deve stare almeno a 500k. Quindi cominciamo bene!
Secondo, una transazione LN è una transazione crypto/crypto, che neanche le cinture nere di tassazione riuscirebbero a tassare. Tra l’altro le transazioni LN sono molto più anonime di quelle vi blockchain, quindi si accomodino! (E taproot le renderà ancora più anonime!) .
Detto questo condivido la tua preoccupazione, ma è la medesima preoccupazione che avrei io con il bitcoin a 500k e le mire dell’Ade, LN o meno..
Lo puoi fare anche oggi: crei più canali ben collegati, rifocilli il wallet e via. Al più puoi anche fare 10 tx da 5k tanto con quel che paghi di fee....
Non ponevo poi l'accento sul tema fiscale (sul quale hai già scritto il necessario) ma sulla libertà di inviare grosse somme di denaro a chiunque: possibile che questa cosa non faccia scattare più di un allarme nella testa di chi "decide" ?
Sono già passati all'attacco. Il recente "decreto infrastrutture" USA ha fatto molto discutere perchè contiene/conteneva una definizione molto estensiva del concetto di broker di criptovalute.
Secondo la nuova legislazione è un broker
"any person who (for consideration) is responsible for regularly providing any service effectuating transfers of digital assets on behalf of another person"Tutti i broker sarebbero obbligati a tracciare e identificare (a livello KYC) tutti i soggetti per conto dei quali effettuano trasferimenti di b.
Quindi non solo gli exchange (che al 99% già lo fanno) ma ad es. qualsiasi nodo o pool di miner sarebbe un broker.
Secondo questi geni il nodo bitcoin/LN che risiede sulla mia scrivania dovrebbe essere in grado di identificare, a livello nominativo, tutti i soggetti per conto dei quali smista a destra e sinistra tx.
Si tratta di una norma assurda, inapplicabile e facilmente aggirabile che ha sollevato un' inevitabile onda di proteste

La norma è passata in questo modo, ma la discussione è ancora in corso, è probabile che il concetto di broker sarà successivamente circoscritto (
https://www.mondaq.com/unitedstates/fin-tech/1105350/infrastructure-bill-includes-broker-crypto-reporting ).
La vicenda è interessante perchè sintetizza lo scontro attualmente in corso nella politica USA. Scontro, come sempre accade nella politica USA, fra lobbies.
Il punto centrale è che l'industria legata a bitcoin/crypto (exchange, sviluppatori, miner, wallet,servizi di custodia e consulenza...) ormai è un settore che muove miliardi, dà lavoro a decine di migliaia di persone, crea redditi e ricchezza.
Questa industria ha oggi un peso politico in grado di influenzare le scelte del Congresso. Esiste una schiera, piccola ma agguerrita, di membri del parlamento USA che sono apertamente pro-crypto.
Purtroppo si scontrano con la più potente lobby della Storia, quella delle banche e dei servizi finanziari tradizionali capitanata dalla Yellen e da Mnuchin.
Scordatevi infatti che i motivi veri siano la lotta all'evasione e al terrorismo. Forse un pò la prima. Ma evasione e terrorismo hanno proliferato e prosperato da sempre in assenza di bitcoin e a prescindere da bitcoin.
La nostra tecnologia preferita, essendo moneta al portatore, può offrire un supporto in più, ma bitcoin non è, ancora e purtroppo, fungibile come dovrebbe.
La vicenda recente delle armi ai talebani è abbastanza eloquente. Dire che bitcoin favorirà il terrorismo o l'evasione è come dire che un secchiello d'acqua rovesciato in mare farà alzare il livello degli oceani.
Il vero motivo è lo scontro tra vecchio e nuovo. Le banche che vogliono limitare e relegare in un angolino il loro primo vero competitor dal medioevo a oggi, prendendone per sè la fetta più grossa.
In tutto questo discorso ha un peso centrale la recente transumanza di miner dalla Cina agli USA.
Mentre in Cina i miner sono sempre stati tollerati ma mai incentivati, in USA esistono Stati (Texas, Florida, tutto il nord ovest..) che li stanno attraendo e incentivando.
Pubblico e privato ne favoriscono l'estrazione, in collaborazione.
Oggi gli USA sono già il primo produttore mondiale di bitcoin. La stragrande maggioranza di bitcoin esistenti sono in mano a cittadini USA. L'industria dei servizi è al 90% americana.
Pensateli come fossero un metallo: ce lo vedete il primo produttore mondiale di, che so, rame che adotta una legislazione apertamente contraria al rame?
Finendo per favorirne la diffusione in uno Stato concorrente.
Perdendo il controllo di un'industria che tra dieci anni rischia di valere 100 volte tanto?
Possono correre questo rischio?
Tutta questa battaglia politico-giuridica alla fine confluirà in un compromesso. Ma azioni politiche apertamente anti-bitcoin sono sempre meno probabili ogni giorno che passa.
E qui torniamo ad un discorso già fatto tante volte su questo thread: il compromesso più che in termini di leggi sarà ottenuto orientando le masse verso servizi KYC.
Quello che è successo con Intenet che grazie ai social network e i vari servizi online di Google e Microsoft ha disincentivato e reso raro e complesso l'uso anonimo del Web.
Quanti utonti da divano saranno in grado di metter su un nodo LN? O anche solo installare un loro wallet LN con il rischio di perdere soldi dimenticando un seed? Pochi. Molti finiranno per aderire a qualche servizio on-line che li identificherà prima di processare la tx LN per loro conto.
L'uso anonimo e underground resterà a disposizione di chi lo sa fare e lo vuole fare. In gran parte tollerato, facendo finta che non ci sia.
Come, tornando al paragone con Internet oggi si chiude un occhi anzi due, su VPN,TOR e Darkweb.