Punto per punto
- correggo allora: una discreta fetta dei lavoratori dipendenti sembra voler insegnare a far impresa a chi già la fa, quando dovrebbero cortesemente avere almeno la decenza di non metter bocca in quanto non gli compete, cosa che spesso non gli compete per loro scelta di comodo.
Il punto è questo, molte tante volte (i consulenti di marketing o di crescita aziendale) incanalano le lamentele dei dipendenti sul binario del "voler insegnare a chi fa impresa cosa fare", nella realtà bisogna porsi in posizione superiore e capire questo tipo di lamentela cosa può nascondere. Io stesso avevo/ho a che fare con persone che si lamentano delle cose dal momento della nascita ed altre che hanno lamentele costruttive ma le esprimono nel modo sbagliato per gap istruttivo, ma che una volta comprese portano ad un miglioramento sensibile della situazione. Logico che se parli con il dipendente base di indici di produttività, chiusure trimestrali attive/passive, penalità di ritardo ecc questo dopo 30 sencondi si è già perso; ma si deve tenere conto che perchè il mondo vada avanti non c'è necessariamente bisogno dei "contadini" e dei "mezzadri", oggi i contadini hanno dei diritti, dei doveri e del welfare. Questo è un bel punto, la chiave di svolta.
Dire non ti compete e non mettere bocca è un brutto iniziare, non so di cosa fai consulenza ma spero non sulla crescita aziendale con questi presupposti. Lo scopo di una azienda ben gestita è fare utili per il titolare/azionisti e far stare bene le persone non trattandole come meri numeri perchè alla fjne senza di loro, di chi alla mattina timbra il cartellino e ahilui non ha le capacità manageriali per crearsi la sua realtà, non si va da nessuna parte. Altrimenti è come avere un cervello senza neuroni o un corpo umano senza globuli rossi.
Una volta uno nato per lamentarsi mi disse "Morissero stanotte tutti gli operai, poi vediamo voi padroni come campate"; mi feci una gran risata (perchè alla fine nel suo modo di esprimersi sbagliato aveva ragione da vendere) e lo portai a bere un caffè, lo ascoltai, arrivammo ad una soluzione.
Il dipendente lavora per lo stipendio a fine mese e basta e di fare cose in più non gliene frega ed è solo una rottura di scatole, quindi va incentivato a farlo. Ovvio che alzare lo stipendio oltre a costare troppo all'azienda non salva la situazione perchè con 50/100€ in più dopo due mesi sei di punto a capo; però molto spesso questi consulenti esterni si perdono sulle bolle di sapone e non consigliano nemmeno la possibilità di introdurre cose semplicissime ma che comportano grandi svolte in ambito welfare perchè alla fine tra pagare tasse ed accontentare un dipendente sarà sicuramente preferibile la seconda. Crea attaccamento, vincolo e gli fai capire che non è solo un numero e non ultimo può colmare, in parte, quel gap tra il potere di acquisto di oggi e quello degli anni 80/90 in cui le doppie contabilità portavano benefici diffusi a tutti e veniva diffuso successivamente a tutte le categorie. Poi è stata fatta la guerra alle doppie contabilità, sono finiti i benefici e la gente ha iniziato a girare come trottole da un'azienda al'altra per staccare un +5/8% lordo di stipendio ad ogni salto; creando danni di mancata professionalizzazione e mancate opportunità nelle aziende che hanno fatto più danni della doppia contabilità.