Ma si sa nulla sulla compagnia che faceva gli audit a TRT e che nei rapporti scriveva che le riserve c'erano?
Questo e' uno articolo (se e' vero) abbastanza esaustivo
“per capire come si è arrivati a questa situazione occorre riavvolgere il nastro dei documenti ufficiali. Un passaggio fondamentale è la perizia di conferimento di ramo d’azienda attraverso la quale il 27 novembre 2017 fu conferita l’attività maltese di exchange di criptovalute alla nuova Trt italiana (capitale sociale 10mila euro)”. La società maltese, che per i pm Colacicco e Addesso era già in crisi nera, fu “valutata in 7 milioni di euro. Per arrivare a quel valore, il perito prevedeva che nel 2020 Trt avrebbe avuto ricavi da portafoglio clienti per 18,5 milioni di euro. Invece dal bilancio ne risultano realizzati solo 1,028 milioni. Sempre secondo la perizia, nel 2020 Trt avrebbe dovuto avere un utile netto di 7,1 milioni dalla sola gestione operativa, mentre in quell’esercizio ha perso 147mila euro nonostante utili su cambi (di criptovalute proprie) per 1,3 milioni. Dunque Trt non si è mai nemmeno lontanamente avvicinata al valore di conferimento, sollevando pesanti incertezze sul valore di avviamento, calcolato in 6,75 milioni nel 2020 sulla base della lista clienti”. A firmare quel conferimento fu un commercialista milanese, Maurizio Dattilo, in seguito scomparso. La perizia redatta dai consulenti della Procura di Milano il 10 giugno scorso, invece del valore patrimoniale appostato a bilancio per 7 milioni, ritiene che il valore complessivo dell’intero gruppo delle società finite in liquidazione, che comprendono anche la operativa One Dime e la capogruppo Digital Rock Holding (che controllava il 100% di Trt) sia invece pari a zero.
Da lì in avanti, secondo gli inquirenti, è stato uno scivolare e protrarsi di bilanci falsi, sino all’ultimo del 2022. Il patrimonio di Trt non è mai stato reale (da cui l’accusa di formazione fittizia del capitale). Ma a quel “peccato originale” ne sono seguiti poi altri. Secondo la Guardia di Finanza e i magistrati, Medri avrebbe sottratto al patrimonio di Trt la somma di 1,02 milioni e Barbieri altri 365mila euro, mentre i due arrestati avrebbero protratto l’attività di impresa “nonostante la perdita totale del capitale sociale sin dalla costituzione del 27 novembre 2017”. Non solo: ai due arrestati è contestato anche di aver aver svolto “attività incoerenti con l’oggetto sociale e prive di giustificazione causale e contabile”, come trading di criptovalute non solo per conto dei clienti ma anche proprio, servizi di custodia e deposito di valuta reale e cripto per conto dei clienti, operazioni di brokeraggio, offerta di Piani di accumulo automatizzati”.
Tra i 18mila clienti danneggiati da Trt, una società che ha presentato denuncia proprio il 20 febbraio 2023, Business Follow, ha perso oltre 2,7 milioni. Ma altri clienti privilegiati, come il cognato di uno dei due arrestati, dopo l’interruzione del servizio di exchange sono riusciti a recuperare anche 50mila euro. Ad altri clienti “privilegiati”, come un certo “Bertani”, invece venivano anticipati (“advance”) fondi di clienti diversi per fare speculazioni su criptovalute senza aver depositato contanti e token cripto. Intanto uno degli arrestati, Barbieri, nonostante il conflitto di interessi con l’azienda, dopo la messa in liquidazione aveva pure presentato istanza di insinuazione al passivo della holding Drh chiedendo di ottenere indietro un asserito credito da lui vantato per oltre un milione di euro: i giudici fallimentari hanno respinto la sua richiesta.
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