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Re: BITCOIN PUMP!
by
arulbero
on 18/02/2025, 16:49:30 UTC
...
Quindi se l'attaccante  tiene analizzata la mempool, e decodifica le chiavi private dalle chiavi pubbliche mediamente piu' velocemente di
quanto le transazioni in attesa vengono inserite nei blocchi, l'attaccante puo' firmare una transazione della stessa UTXO ma con fee piu' alte verso
un indirizzo sotto il suo controllo.

Tra l'altro a questo punto anche altri attaccanti potrebbero fare la stessa cosa, e tutto si trasformerebbe in un casino senza fondo.
 
Ammettendo che i tempi di decodifica siano di secondi o al massimo qualche minuto, hai perfettamente ragione!

Questo ragionamento fa totalmente riposizionare la mia idea di sicurezza su questi sistemi, non tanto per i computer quantistici,
ma piuttosto per la mina vagante sempre possibile della scoperta di un ECDLP efficiente.

Non dimentichiamoci che le difficolta' di inversione di ECDSA sono solo congetturate, non dimostrate.

Esatto, perciò mi fa sempre sorridere l'affermazione "bitcoin è sicuro perchè si basa sulla matematica"

peccato che la matematica stessa NON affermi

che l'accoppiamento tra le circa 2^256 chiave pubbliche (i punti della curva secp256k1) e le rispettive 2^256 chiavi private (i multipli del punto generatore G) sia del tutto casuale 
(solo in questa ipotesi, per il paradosso del compleanno, la sicurezza è effettivamente di 128 bit!!! In caso contrario, può essere solo minore!)

La matematica afferma solo che ogni chiave privata genera 1 e 1 sola chiave pubblica. Ovvero afferma che la relazione tra chiavi private e pubbliche è biunivoca.
Ma finora non si è trovato un modo per invertire (in modo 'trattabile') questo processo di assegnazione. Stop.

Non sapendo come è possibile in modo 'trattabile' invertire il processo di assegnazione,

possiamo pensare come "casuale" il numero d'ordine (la chiave privata) associato a ogni chiave pubblica, cioè non indovinabile in un tempo decente.

Per usare un'immagine,

è come se avessimo scelto a caso (ma è veramente così?) una stella X nell'universo (il nostro punto generatore G).

Quindi ordiniamo tutte le stelle dell'universo (gli altri punti della curva alias le chiavi pubbliche) utilizzando il particolare punto di osservazione di X (ordinare vuol dire associare una chiave privata, un numero d'ordine, ai punti).

Per ordinarle dobbiamo assegnarle dei numeri: 1, 2, 3, 4, ... chiedendo a X: quale stella è la successiva a te? P? Bene, a P associamo il numero 2. Qual è la stella successiva a P dal tuo particolare punto di vista? Q? Bene, a Q associamo il numero 3, e così via.

L'ipotesi di base (su cui poggia la auspicata sicurezza della curva) è che guardando una stella R a caso, non sia possibile conoscerne la sua 'distanza' da X  (cioè sapere se essa ha un numero d'ordine vicino o lontano a 1), se non procedendo con il conteggio uno a uno a partire da X.