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Re: A nessuno preoccupa per il futuro delle cripto la situazione tasse negli USA?
by
trader34
on 11/02/2018, 03:12:16 UTC

E' estremamente invasivo per come viene spiegato dall'OP.
Per ogni operazione finanziaria che per noi è una cazzatina (tipo comprare LTC, vendo, faccio qualche BTC di guadagno, poi compro BCH etc) bisogna calcolare la plusvalenza.
Per semplicità usiamo l'intero.
Da BTC a LTC, da 1 passo a 1,20. Quindi loro vogliono il 26% di quello 0,20. Come glieli mando?
Devo vendere BTC, passare in FIAT e bonificarglielo?
Oppure per ogni operazione si aggiunge semplicemente sul conto "irpef" americano e a fine anno mi arriva una botta mostruosa da pagare, con i soldi FIAT che ho (senza aver venduto BTC per bonificarmeli)?
Oppure ancora questa gente pretende di mettere mano direttamente negli exchange e gli exchange detraggono direttamente come fa la banca per operazioni finanziarie in plusvalenza?

L'anonimità in questo caso, sott'intende che se davvero gli exchange con documenti e cazzi vari cominceranno a rompere i coglioni in tal senso, si finirà in exchange ancora più decentralizzati e anonimi. E' una guerra che il legislatore non può vincere.
E questo aggrava di più le cose, perché come io potrei giocare in crypto per comprarmi la reggia di Caserta un giorno, c'è anche chi ci spaccia la droga a usare questi canali (e altre operazioni illecite).

Ecco perché dico che forse è meglio se si limitano a rompere le palle quando si usano servizi che passano per denaro FIAT o quando si passa in FIAT sul conto corrente.


Si, sono d'accordo, è impossibile tassare ogni trade in criptovalute, proprio perchè si possono, e si potranno usare sempre di più in futuro gli exchange decentralizzati. O anche exchange anonimi... p2p tra privati... la lista di possibilità è infinita. L'unica cosa che si può fare è tassare il passaggio in fiat, cosa che probabilmente a breve faranno per legge (probabilmente con il canonico 26% sul capital gain).