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Re: BITCOIN PUMP!
by
jqprez
on 04/10/2019, 20:31:36 UTC


Questo è il punto che mi lascia più perplesso. Perché la moneta dovrebbe magicamente rivalutarsi nel tempo? A me sembra quasi nell'ordine naturale delle cose che accada il contrario.

Secondo questa idea, se io oggi ho fornito un prodotto/bene reale alla società attuale in cambio di 100 euro,  tra 50 anni questi stessi 100 euro (tenuti fermi sotto il materasso) dovrebbero permettermi di comprare un numero maggiore di beni/servizi rispetto a quelli che io ho fornito oggi.
Molto probabilmente nel frattempo l'economia sarà migliorata, sarà cresciuta la produttività, ma perché i 100 euro guadagnati 50 anni prima dovrebbero darmi il diritto di godere di quell'aumento di produttività?

Semplificando al massimo,

se con 100 euro mangio oggi per 1 giorno al ristorante,

e invece di spenderli li tengo 100 anni, con una rivalutazione annua del 2% del potere d'acquisto della moneta

mio nipote con quei 100 euro in futuro dovrebbe poter mangiare per 7 giorni al ristorante.

In quale modo il frutto del lavoro di una persona di 100 anni fa può continuare ad aumentare di valore con il passare del tempo? Non dovrebbe essere il contrario?

Sembra strano, ma ci sono interi settori dell'economia che funzionano già così.

Se oggi con 1.000 euro compro un televisore al plasma da 40 pollici, probabilmente tra 3-4 anni con 1.000€ ne riuscirò a comprare 2 di quei televisori al plasma.

Il settore dell'elettronica di consumo (ma non è il solo), grazie all'innovazione e alla concorrenza, è già da molti anni un settore a prezzi decrescenti.

E' un esempio pratico di come funzionerebbe un'economia con una moneta che si rivaluta nel tempo.

Nota a margine: secondo la teoria monetaria dominante (quella per cui una moneta forte spinge i consumatori a rimandare i consumi e provoca tesaurizzazione) nessuno doverebbe fare acquisti nel settore dell'elettronica.

Per quale motivo dovrei comprare una TV al plasma oggi se fra 3-4 anni ne posso comprare due?

Eppure proprio l'elettronica di consumo, nonostante i suoi prezzi decrescenti (o forse anche grazie ad essi?) è IL settore più consumistico dell'economia.

Se poi ne vogliamo fare una questione etica, la moneta, tramite lo stipendio che percepisco, è il frutto del mio lavoro.

Mantenere inalterato, o perlomeno difendere, il valore nel tempo del frutto del mio lavoro dovrebbe essere un mio diritto.

Da quando sono stati (giustamente) abbandonati i meccanismi di adeguamento automatico dei salari all'inflazione (la scala mobile, che provocava solo maggiore inflazione)  i prezzi, per quanto bassi, sono generalmente cresciuti più dei salari.

Lo Stato da una parte mi obbliga a percepire lo stipendio nella SUA moneta, dall'altro fa di tutto per far perdere valore a quella moneta. In altre parola fa di tutto per far perdere nel tempo valore al frutto del mio lavoro.

Con che diritto?

Obbligandomi, se voglio proteggermi, a rivolgermi a intermediari (l'industria della gestione del risparmio) che guadagna vendendomi (caro) un servizio che non dovrebbe essere necessario se la moneta mantenesse il suo valore nel tempo.

L'Europa è temporaneamente un'isola felice da questo punto di vista per una serie di ragioni, più sociali che economiche (es. l'invecchiamento della popolazione).

Ma nel resto del mondo l'inflazione è tutt'altro che ferma.

La moneta più forte della terra, il dollaro americano, ha perso, in media, il 40% del suo valore in solo 20 anni.

Una enormità.
Diceva Keynes: Sul lungo periodo siamo tutti morti.