No però c’è già il tristissimo thread di tasse e fisco… non duplichiamolo!
Hai ragione, ci tenevo solo a chiarire il punto prima che a qualcuno venissero in testa idee strane

Grazie mille a tutti! E a
duesoldi in particolare! Nonostante il "triste" tema sul forum mi ero già perso in questo passaggio.
Mettiamo che ci sia qualcuno che abbia acquistato Bitcoin a $ 1 e li abbia tenuti per più di 10 anni, tutte le traversie che sappiamo,
esagero 10.000 pezzi x ~ $ 50.000 = $ 500.000.000
Molto ? moltissimo ? sulla scala di chi ci acquista uno Yacht... non molto;
perché chi ha queste cose non ha solo lo yacht, ha tutto un mondo: staff, personale, case, ubicazioni, hobby, sport, uffici, animali...
Tutte cose che a lavorare non si fanno.
Dicono che il mercato azionario è in bolla, evidentemente c'è chi potrebbe sopportare lo scoppio di una o più bolle.
Anzi, magari le fa scoppiare così da comprare la paura altrui.
Mi hai rimandato al pensiero di Jacques Attali (compreso la definizione da lui coniata di superclasse) laddove recita che "
il voit les forces du marché prendre le dessus sur tout ce qui pourrait s’opposer à elles, y compris les États qu’elles détruiront peu à peu, y compris la superpuissance, les États-Unis, qui résistera plus longtemps, mais dont la domination prendra fin avant 2035. Devenu la loi unique du monde, le marché formera ce qu’il appelle un hyperempire, insaisissable et planétaire."
https://www.cairn.info/revue-afrique-contemporaine-2007-1-page-247.htmIn questo capitalismo globale di alta competizione e bassa inflazione, bisognerà disporre di capitali liquidi, non avere debiti né immobilizzi, e soprattutto disporre di una “rendita di posizione” tecnologica (un sapere, una competenza, un’opportunità di essere un intermediario utile alla valorizzazione o circolazione dell’informazione, un’innovazione nel piazzamento di titoli, la genetica, lo spettacolo o l’arte).
Coloro che saranno padroni di queste rendite costituiranno ciò che chiamo una superclasse, perché non si unificano in una classe che deve i suoi privilegi alla proprietà dei mezzi di produzione. Le teorie liberali o marxiste non si applicheranno a loro: non sono né imprenditori-creatori di posti di lavoro e di ricchezza collettiva, né capitalisti sfruttatori della classe operaia. Non possiedono né le imprese, né i terreni, né i posti amministrativi.
Essi sono ricchi di un attivo nomade, monetario o intellettuale e l’utilizzano in modo mobile essi stessi, mobilitando rapidamente del capitale e delle competenze in combinazioni cangianti, per finalità effimere in cui lo Stato non ha alcun ruolo. Essi non voglio dirigere gli affari pubblici (la celebrità politica è per loro una maledizione)”.
Essi amano creare, gioire, spostarsi; non si preoccupano di trasmettere le loro fortune o potere ai figli: ciascuno per sé. Ricchi, vivono lussuosamente, spesso senza pagare ciò che consumano” . Questi nomadi dell’effimero che stanno attaccati al telefonino negli aeroporti, sugli aerei, negli hotel del lusso-standard...
Essi portano con loro il meglio e il peggio, installando una società volatile, egoista ed edonista, nel sogno e nella violenza.